LA VIA FRANCIGENA E LA TOSCANA -3-
Parte Terza - TRE VIE FRANCIGENE?
La Toscana, nella parte che ci interessa particolarmente (e cioè da Fucecchio a Siena) era attraversata da ben tre percorsi distinti di Via Francigena. Il primo e più antico era quello descritto da Sigeric e si svolgeva, fra San Genesio e San Gimignano, sul crinale delle colline ad occidente del fiume Elsa fino alla città delle Cento Torri e da qui, evitando di scendere in piano, si dirigeva, primaa Borgo d’Elsa, quindi a Badia a Isola e da qui a Siena.
Per essere precisi ecco più in dettaglio il tracciato più importante di questo percorso nella zona che per noi riveste un particolare interesse:
Da Fucecchio (dove si trovava una famosa Abbazia) la via traversava il fiume Arno in un punto prossimo all’attuale Roffia, dirigendosi poi a sud est verso San Genesio. Saliva quindi sulle colline a sud di Ponte a Elsa, traversava Calenzano, poi, volgendo più marcatamente a meridione, rasentava San Quintino e si portava a Coiano passando tra Campriano e Castelnuovo d’Elsa. Traversando poi tra le località di Santo Stefano e Pillo, raggiungeva la Pieve di Chianni e da lì, Gambassi. Da Gambassi, raggiungeva Luiano, quindi Pancole, poi Cellole ed infine, passando da una località chiamata Strada, entrava a San Gimignano dalla cosidetta “Porta delle Fonti”.
Il secondo itinerario, del quale si hanno notizie a partire dal XI secolo, quando cominciò ad essere utilizzato comunemente, si svolgeva invece lungo la sponda orientale dell’Elsa e, da San Genesio-San Miniato raggiungeva Borgo Marturi (Poggibonsi) passando (come la strada statale odierna) da Certaldo e Castelfiorentino. Da Borgo Marturi si innestava nell’usuale percorso sigericiano per giungere finalmente a Siena (come si vede, questo secondo itinerario evitava di passare per San Gimignano).
Da qualche tempo, gli studiosi sono certi di aver trovato tracce di un terzo itinerario che può essere considerato una variante dell’antico percorso di Sigeric.
Descriviamo questo tracciato ipotizzando di dover raggiungere San Genesio provenendo da Borgo Marturi (Poggibonsi):
Dopo Poggibonsi, attraversando il torrente Foci in località Tre Vie, si giungeva dopo circa 4 chilometri a “La Fonte” e quindi a “Torri” (dove era una mansione di notevole importanza). Lasciata Torri, si raggiungeva Ulignano da una breve deviazione posta in località “La Crocetta”. Poco dopo questa località la strada si biforca di nuovo e un ramo della biforcazione sale ripidamente sul crinale delle colline raggiungendo successivamente: Santa Maria a Villa Castelli, Cassero e Santa Lucia. Da qui, la strada digrada verso il fondo valle dell’Elsa e raggiunge un altro insediamento chiamato “ Badia a Elmi”. Da Badia a Elmi la strada continuava, allora come adesso, verso Castelfiorentino, passando da alcuni casali dai nomi significativi come “Buonriposo” e “La Posta”. Dalla pianura la strada riguadagnava poi il crinale passando per “Canonica” e “Badia a Cerreto” risalendo la vallettina del torrente Casciani fino a Sant’Andrea a Gavignalla. Da qui, proseguiva per Varna e raggiungeva poi Castelfiorentino. Poiché transitava ad occidente dell’abitato, la strada non passava propriamente dall’abitato, ma dal suo sobborgo chiamato “Santa Maria della Marca”. Poi la strada toccava Dogana e quindi Castelnuovo d’Elsa. Da qui, per Baccanella e San Quintino, la via raggiungeva San Genesio.
Ovviamente i tre itinerari che ho illustrato sono tutti “Via Francigena”; i viandanti sceglievano di volta in volta uno invece dell’altro a seconda dei loro interessi e convenienze. Solo nel XIII secolo, con l’affermarsi dell’itinerario fiorentino la Francigena, come ho già detto, perse importanza. Una conseguenza fu la crisi che coinvolse San Gimignano; il paese, che grazie alla via Francigena era assurto quasi al rango di piccola città, in breve tempo decadde miseramente e rimase in stato di sottomissione e miseria, per secoli.
NOTA: Nei secoli X e XI il borgo di San Gimignano, grazie alla Via Francigena (che qui poteva innestarsi alla strada che da Siena raggiungeva Pisa), assunse importanza, dimensioni, popolazione e funzioni pressoché urbane. Agli inizi del XIII secolo vi si contavano ben 9 “hospitatores” e almeno 10 istituzioni ospedaliere (tra le quali un lebbrosario posto in località Cellole).
Un’altra città che deve la sua importanza alla Via Francigena è Siena. Quasi sconosciuta fino al IX secolo, Siena divenne una meta obbligata per tutti coloro che da Nord intendevano raggiungere Roma. La Via si limitava a sfiorare la Prima Cerchia delle mura della città (coincidenti al colle di Castelvecchio), ma i suoi traffici e le gabelle riscosse conseguentemente, dettero un impulso cruciale alla costruzione di altri due borghi (Castel Camelio a nord e Castel Montorio a sud) che si unirono al primo nucleo altomedioevale a formare la città pressoché simile a quella che conosciamo oggi. Siena (che fu chiamata “Figlia della strada”), raggiunse in breve tempo lo status di libero comune e successivamente quello di Repubblica giungendo ad acquisire importanza politica, finanziaria e militare al punto da confrontarsi alla pari con tutti gli Stati Europei coevi.
RM.
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