dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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USCITA del 29 Gennaio 2012 (Domenica)

La chiesetta che si trova salendo a Casale
Pochi, s'era pochini, ma comunque cinque di noi si presentarono al classico appuntamento. Non faceva il freddo che si temeva e così si fu tutti d'accordo nell'andar a parcheggiare alla Borghigiana e da lì cominciare il noto itinerario che dirige verso Moriolo, volta a sinistra per salire verso Casale, devia per Cusignano, scende verso Cafaggio e quindi torna al punto di partenza per la strada del Volpaio.
Chi c'era? Oltre al sottoscritto c'era il Turi, il Caciagli, il Chimenti e il Brucini. Della piacevole passeggiata (due orette tranquille e senza rimarchevoli difficoltà) si ricorda una dotta citazione di Alberto sul modo giusto (nel senso di salubre) di andar di corpo (tratto da un manuale della Scuola Salernitana), che recita così:


"Defecatio matutina
bona tamquam medicina;
defecatio meridiana
neque bona neque sana;
defecatio vespertina
ducit hominem ad ruinam"


Ometto la facile traduzione latino-volgare confidando che i sani precetti chimentiani possano tornar utili nei momenti del bisogno.


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USCITA DEL 15 Gennaio 2012 (Domenica)

Partenza (nel gelo) dalla Casaccia
Freddo, strafreddo stamani al solito punto di ritrovo. Sì, d'accordo: la giornata era limpida, serena e senza nemmeno un'ombra di vento, ma il freddo era da lupi. Al punto che quando siamo giunti al nostro punto di partenza (la Casaccia) il termometro segnalava un inedito -7 (meno sette!). 
Pozzanghere ghiacciate
Francesca, Alberto e il Cerbioni davanti alla casa dell'Eremita
Dunque io, Alberto Chimenti, Francesca Brotini, il Cerbioni, il Brucini, il Panicacci e il Barone (sette, come i Magnifici Sette, i sette samurai, le sette sorelle o le stelle dell'Orsa Maggiore) stringendo i denti e tutto quanto potevamo stringere a difesa del freddo siberiano, ci siamo incamminati per la lunga strada pianeggiante che percorre Barbinaia. Dopo 45 minuti, pervenuti ad un quadrivio, i Sette sono rimasti in Quattro poiché il Brucini, il Barone ed il Panicacci hanno deciso di tornarsene per la stessa strada timorosi di farne una troppo lunga. Noi li abbiamo salutati e, forti del fatto che ormai, dopo quel notevole camminare, cominciavamo a scaldarci, abbiamo deciso di proseguire. In tale intento abbiamo preso la strada che, a sinistra, comincia a salire, prima dolcemente, e poi a strappi sempre più ripidi, verso il costone sovrastante la valle. 
Dopo la salita, quando siamo giunti nella radura dove si trovano i ruderi della casa abitata, un tempo, dal mitico Eremita, il freddo era solo un ricordo. 
Alberto esamina, perplesso, un ghiacciolo di forma antropomorfa
Un minuto di riposo (giusto per la foto ricordo) e poi ci siamo incamminati per la ridente località di Agliati dove siamo giunti dopo un'altra oretta di cammino. 
Da qui abbiamo completato l'anello scendendo poi di nuovo alla Casaccia a riprendere le auto e a concludere la bella escursione invernale.
Tempo impiegato: 2 ore e 25; Kilometri percorsi: 12. Mica pochi.

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