dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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CENA ANNUALE della "COMPAGNIA DEL BUONCAMMINO"

Come è ormai buona tradizione, si è tenuta ieri, 15 Gennaio 2011, l'annuale Cena degli Amici del Buoncammino.
Questa volta il veterano della nostra Compagnia, Alberto Chimenti, organizzatore dell'evento, aveva scoperto un luogo "nuovo" e insolitamente accattivante: il "Club Artusi", una locanda (ma la definizione non è esatta) ricavata da una casa di campagna, dove il proprietario e i suoi collaboratori sono impegnati a preparare di volta in volta, i piatti più tradizionali della cucina toscana.
Quasi una trentina i presenti, quasi tutti accompagnati dalle rispettive consorti, e molti anche gli amici (pur se non praticanti) della Compagnia; tutti affiatati e felici di passare una serata in buona compagnia e davanti ad una buona tavola.
Il Club Artusi si trova in un luogo imprecisato tra Molino d'Egola e La Serra, ma gli avventori non hanno avute soverchie difficoltà a trovarlo, aiutati in questo da una bandiera italiana che, seppur poco visibile nella notte nebbiosa, indicava patriotticamente e inequivocabilmente il luogo del convito.
Il menù si è rivelato notevole, specialmente in alcune portate (tutte sovrabbondanti) tra le quali le maggiori votazioni  ed il plauso incondizionato dei competenti avventori sono andate al Brasato al Chianti ed al Risotto al Cartoccio. 
E così, in allegra  e scherzosa compagnia la serata si è prolungata fino alla mezzanotte; una cena di circa tre ore nella quali hanno fatto bella presenza di sé (in ordine cronologico):
ANTIPASTI:
Verdure grigliate
Affettati
Ribollita
Crostini vari (con milza, con funghi e con salsiccia);
PRIMI:
Risotto ai funghi (al cartoccio)
Pappardelle al cinghiale
Carciofi ritti alla toscana
SECONDI:
Brasato al Chianti (con polenta) 
        da qui in poi, molti hanno alzato bandiera bianca...
Carrè di maiale con patate arrosto
DESSERT:
Torta di mele
Tiramisù
BEVANDE
Vino Chianti
Acqua minerale
Vinsanto
Grappino
Caffè. e scusate se è poco.


Dandosi ripetute assicurazioni di partecipazione per la prossima similare occasione, suonata la mezzanotte da cinque minuti, i componenti della Compagnia, salutatisi, hanno fatto ritorno alle rispettive abitazioni reputando conclusa (e con successo) l'operazione mangereccia.
Prosit!
NB: Alcune foto della cena annuale.







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USCITA del 9 Gennaio 2011 (Domenica)

Ben 8 questa volta! (mi riferisco ai partecipanti alla sgambatura). Oltre al sottoscritto, c'erano anche il Caciagli, Alberto Chimenti, Brucini, Barone, Panicacci, Cerbioni e l'amico (di cui non ricordo il nome) con tanto di Jack al seguito.
La giornata prometteva bene, con un solicello insperato e temperatura mite. Lasciata l'auto alla Borghigiana ci siamo quindi avviati per la strada che porterebbe a Moriolo salvo lasciarla sulla sinistra per Cusignano. Ad un certo punto abbiamo trovato un segnale di interruzione: la comoda stradina bianca che porta alla panoramica frazioncina di San Miniato era stata interessata da una profonda frana: chissà quanto ci vorrà per riattivarla!. Da Cusignano siamo scesi nella vallata fino a incontrare la strada che porta a Cafaggio; percorrendola nell'altro senso siamo passati davanti al Volpaio e poi siamo arrivati al parcheggio delle auto.
L'escursione era finita. Due ore (scarse) di cammino e tanta salute per tutti i partecipanti.
Alla prossima!

NB: Questa volta non ci sono foto. La "colpa" è del tenutario di questo blog che ha dimenticato la macchina fotografica a Siena. IMPERDONABILE!!

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L'ACCADEMIA DEL SEMOLINO - La notte di San Silvestro

Quanto è stata attesa, desiderata, preconizzata, anticipata… quanto ci siamo preparati all’avvenimento più atteso dell’anno, alla serata in cui tutto ci sarà permesso, alla notte, anzi alla Nottata per definizione, quella per la quale da tempo abbiamo scelto il vestito più giusto, abbiamo formato la compagnia più divertente, abbiamo prenotato il ristorante  con il menu migliore e abbiamo scelto con cura la manifestazione alla quale Assolutamente non si può mancare: lo Spettacolone della Notte di Fine Anno!
La parola stessa evoca un’aura di trasgressione: finisce un anno; uno nuovo è in arrivo, la vita non finisce ma ricomincia quindi, sotto, diamoci da fare! Bisogna divertirsi  ad ogni costo.. voglia di fare pazzie, sparare bòtti, stappare bottiglie, tirare roba in  aria, cantare in coro, ballare per  strada, baciare persone sconosciute, essere  disposti (prudentemente) all’avventura!
Abbiamo dovuto attendere le 9 e mezzo per poter entrare al Ristorante (dovevano prima uscire i commensali che avevano prenotato per il primo turno), poi, finalmente seduti e al caldo, ecco le portate del mitico menù di San Silvestro! Crostini di terra e di mare, tartine al caviale, insaccati noti e mai visti, tartine coloratissime e misteriose, vini bianchi e rossi, insoliti involtini etnici… ed è solo l’antipasto! A breve distanza arriva poi il risotto alla zucca, le pappardelle al carciofo, le crepes con il ripieno di salmone e gamberi…
E da qui in poi è tutto in sovrappiù perché nessuno, nonostante ci si ostini a voler assaggiare tutto, ce la farebbe più, stesse solo a lui, a mandar giù un altro boccone, ma.. è Fine Anno, siamo in compagnia di amici, la notte è giovane, il cenone costa come 4 cene normali e allora.. allegria e sotto con la forchetta!
Uno dopo l’altro la sorridente, ma impaziente cameriera (deve uscire a divertirsi anche lei, dopo) posa delicatamente i piatti sotto il nostro naso: arrosto misto (e accanto piattino con patate arrosto), lepre in salmì (e accanto, piatto con insalate verdi e rosse),e poi, sformato di spinaci, timballo di melanzane… basta! Pietà!
Ma la Fine Anno ha le sue regole e quindi, sotto con le battutacce trite e ritrite in attesa dello scoccar della mezzanotte (in qualche modo bisogna pur passare il tempo).
Sono solo le 11 e mezzo; la torta con le mandorle, giunta troppo velocemente in tavola (insieme ai liquori), è già andata a raggiungere, nello stomaco, i suoi affini precedentemente  a stento ingurgitati.. A quest’ora come sarebbe bello potersi sdraiare sul divano di casa, al caldo, abbassare le luci, togliersi le scarpe e magari prendere un Diger Selz… : Ehi! Non si può; capito?
Bisogna compiere la cerimonia dello stappamento della bottiglia (con tutti che si mettono le mani alle orecchie per far vedere che hanno paura del bòtto), e poi baciare tutti quelli che ci circondano (anche quelli dei quali faremmo volentieri a meno), e poi, salutare tutti gli altri commensali e uscire al freddo per vedere lo spettacolone in Piazza, approntato dal nostro incommensurabile Sindaco.
Usciti fuori sembra di entrare in un girone dantesco (Malebolge?). Le strade sono piene stracolme di pazzi scatenati che tirano bombettoni, ragazze e ragazzi che, abbracciati arrancano a zig zag completamente ubriachi, bòtti da ogni parte, sibili di spirali luminescenti e poi giovani e meno giovani di tutti i sessi (una volta si diceva “ambo” ma ormai non si sa più quanti sono..) che, già fatti e strafatti (e non sono ancora le una!) siedono sui gradini delle case mentre altri cercano di riposare lasciandosi andare sdraiati sulle pietre della strada, tutte ingombre di cartucce esplose, carte e cartacce, bicchieri di plastica, bottiglie semivuote di spumante… Un giovane, ormai allo stremo della resistenza, piscia contro un muro, poco lontano dal viavai continuo della fiumana interminabile di gente..
Qualcuno ci affronta, la voce impastata: “Augui… Buonanno…” e fa un saluto che sembra uno sberleffo, altre coppie, in disparte si baciano interminabilmente (almeno loro), due energumeni cercano di attaccar briga con quelli che passano..
Riesco a farmi largo.. mi avvicino alla Piazza per dare un’occhiata al Concerto di Fine Anno ma un muro umano di schiene, zaini, gente a cavalluccio di altra gente me lo impedisce: è un muro invalicabile.. Si odono voci, canti e suoni al massimo della sopportazione acustica, si vedono lampi di luce e si intuisce più che vedere una marea di giovani che urla e salta a piedi uniti e le mani protese in alto… Formano come una marea umana dove le mani sono le onde.. Di qui non si passa. Fa anche freddo, e il troppo cibo si sente nello stomaco, la testa un po’ gira, mi scappa la pipì (anche ai miei amici)… Non si sta proprio bene..
In qualche modo, salutati i compagni di quella notte, a casa ci si arriva, e solo allora, chiusa la porta dietro le spalle, ci si può riposare.
Ma non sarebbe stato meglio (meno faticoso, più economico, più salutare, più intelligente e, con la compagnia giusta, enormemente più divertente) restarsene a casa? Una bella cena all’ora solita, poi un po’ di chiacchiere in libertà in salotto, e poi alla TV dove un bel film, acquistato per l’occasione, è pronto per essere visto in santa pace. A mezzanotte poi, si stappa lo spumante e si assapora una fetta di pandoro. Ci si abbraccia, ci si bacia… e si spenge la televisione ché tanto c’è di meglio da fare.
Sarebbe out un’idea come questa? Lasciar perdere il tristissimo rito dell’obbligatorio “far casino”, rifiutare l’abbuffata d’obbligo, rifuggire dalla confusione fine a sé stessa? Non sorgerebbe l’indomani l’Anno Nuovo? Non avremmo gli stessi problemi che ci attendono al varco nonostante i nostri patetici tentativi di esorcizzarli imbarcandoci in imprese demenziali che ci abbrutiscono?
Meditate, gente; meditate.

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