dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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USCITA del 25 Marzo 2012 (Domenica, San Lazzaro)

Il bivio da dove ha avuto inizio l'escursione
Le mucche guardano: la Compagnia passa.
In cammino
D'accordo che da stamani scatta l'ora legale e che si dorme un'ora di meno, ma la giornata tipicamente primaverile (cielo sereno, ventilazione assente, aria corroborante) è carica di promesse. Così dunque: bando alle consuete pigrizie domenicali! Lavarsi, vestirsi, andare in bagno, fare colazione (non necessariamente in quest'ordine) e soprattutto non perdere l'appuntamento! L'orologio mi atterrisce: sono le 6 e 50 quando esco di casa; ma poi mi ricordo che devo rimetterlo un'ora avanti e respiro: orario perfetto. Mentre mi dirigo al vecchio ex-Liceo incoccio il Chimenti; lo carico su e in un minuto eccoci al piazzale. Oltre a noi due, ai nastri di partenza c'è il Brotini, poi la nuova entrata Evelina, quindi arrivano l'Ammannati e il Panicacci e per penultimo il Caciagli. C'è anche tempo per il Brucini di aggregarsi alla nostra mitica Compagnia che, per questa volta, opta per un tipo di escursione un pò più impegnativa: "alle mucche, alle mucche!" ordina infatti il Brotini (stavolta tocca a lui decidere); "alle mucche!" replica il resto del gruppo, persuaso da tanta determinazione. 
Strano poggio con mucche
Strani calanchi verso Toiano
Panicacci e il Barone
La CDBC in cammino
Con quattro auto, passando da Corazzano, giungiamo quindi presso Collegalli dove parcheggiamo a stento nei pressi di un bivio che si prende a sinistra (vedi foto). In breve, ci troviamo su un ampio spiazzo che si apre su un notevole panorama; ci sono due sentieri, ma noi, decisi, optiamo per quello di destra. Beh, dopo un centinaio di metri sentiamo il Brotini che ci dice, mogio mogio: "Contr'ordine, compagni!" e poi, a bassa voce: "Di qua non si passa". Come? Non si passa? E chi ha l'ardire e in base a qual diritto di impedire che la rituale camminata domenicale si compia secondo il suo prefissato, naturale svolgimento? Ecco però il misfatto. Il nostro usuale sentiero è sbarrato da un robusto cancello di ferro reso più impenetrabile ai lati (solitamente agibili) da notevoli matasse di ferro spinato. Un cartello, avverte: "Attenzione! Animali al pascolo". E dovrebbe bastare così poco a distoglierci dal nostro proponimento? Ci si guarda con un espressione come a dire: "Embè?" Non ci si crede. Rileggiamo di nuovo: "Attenzione! ecc. ecc". E con questo l'anonimo scrittore di cartelli verrebbe che tornassimo indietro? Maccifàccialpiacère! "Si va avanti!" proclamo imperiosamente. "Avanti! Avanti!" gridano gli altri uniti in quel solidale entusiasmo interventista. Per passare, si passa. Basta sciogliere la cordicella che tiene chiuso il cancello e poi richiuderla dietro di noi. Si avanza, cauti, in territorio ostile. Che mai saranno questi animali al pascolo? Elefanti? Rinoceronti? Unicorni? E (soprattutto), quanti saranno? Saranno aggressivi? Ognuno elabora mentalmente la strategia migliore per affrontare l'eventuale attacco; la mia è già delineata: fuga. Scendendo nell'ampia valle, da dove si apre un panorama meraviglioso, scorgiamo alcune mucche che, sorprese dall'improvvisa comparsa del nostro gruppo, abbandonano il solito ruminìo e si soffermano ad osservarci come a dire: "O voi o che ci fate qua?". Beh, le mucche sembrano intenzionate a non darci problemi. Tenendole d'occhio con aria di sfida, compiamo lesti un ampio giro e poi una discesa polverosa che ci porta in fondo ad una valle dove passa una strada che porta, pare, alla Sughera. La percorriamo fino a quel punto dove una polla d'acqua gorgogliante fa dichiarare al Chimenti: "E queste sono le cosiddette caldane". Ci racconta che trattasi di sorgenti d'acqua solforosa (o ferrosa, chissà...) che sgorgano, calde, dalle viscere della terra. Evelina, credula come San Tommaso, scende a toccare quell'acqua. "E' bollente?" fa, sicuro di sé, Alberto. "Ghiaccia marmata" risponde seccamente la pragmatica esploratrice. Vuol dire che da ora ci riferiremo a quelle sorgenti come a "le freddane".
E' primavera!
Dopo qualche minuto si trova a sinistra il sentiero per la risalita. Lo affrontiamo con fiero cipiglio ma dopo venti minuti di salita ci siamo sgranati come il gruppone del Giro sullo Stelvio. L'ultima pettata ci schianta il fiato ma come Dio vuole, seppur ansimanti, siamo in cima, proprio su quel crinale che ha dato origine al lungo giro, ora concluso, iniziato un'ora e mezzo prima. Ci si guarda: io, il Brotini, l'Ammannati, il Brucini e il Panicacci. Gli altri non si vedono. Poiché siamo autosufficienti in quanto a mezzi di trasporto, ci avviamo verso le auto dove giungiamo alle 10 e 40 circa. Abbiamo camminato per 2 ore e un quarto; abbiamo percorso oltre 10 chilometri; una signora escursione! Domani la fatica si farà sentire ma per ora chi se ne frega: siamo soddisfatti.
R.M.
(NB: tutte le foto dell'escursione al solito indirizzo 4Shared identificate dal prefisso: BC 2012-03-25)


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USCITA del 11 Marzo 2012 (Domenica)

Caciagli, Chimenti e Panicacci entrano in Collegalli
Particolare della Villa di Collegalli
Villa di Collegalli (ingresso secondario)
Bellissima giornata di primavera piena. Si vedeva anche dalla partecipazione: ben 9 eravamo al classico appuntamento liceale. Io (ovviamente), poi il Cerbioni, Alberto Chimenti, il Brotini, Francesca, il Brucini, Barone, il Panicacci e il Caciagli. Senza pensarci neanche un pò la scelta dell'itinerario è caduta su Balconevisi. Partendo dalla piazza principale (beh, quella sola c'è...) siamo quindi partiti per, e giunti a, Collegalli e da lì ritorno. Nessuna variante, niente deviazioni, dritti come fusi, percorso liscio come l'olio. In due ore tutto era finito. Non restava che scrivere, ad imperituro ricordo dell'Azione, queste poche righe corredate da immagini adatte all'uopo (non fo per dire...).
Ad maiora...
R.M.

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