dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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USCITA del 29 Maggio 2011 (Domenica)

Brotini, la new-entry Maela e il Cerbioni poco dopo la partenza.
Come si fa a restare a letto con una giornata come questa? Si fa, si fa, a giudicare da tutti coloro che avevano preferito starsene al calduccio invece di presentarsi tutti pimpanti all'appuntamento solito. Insomma, se non si va a camminare con una giornata come questa (serena, limpida, calda ma non torrida, ideale insomma) tanto vale mettersi in pantofole a vita. Così ci siamo detti stamani quando, contandoci - e c'è voluto poco -, abbiamo dovuto riscontrare che eravamo solo in tre (io, il Cerbioni e il Brotini). E meno male che il Cerbioni ha pensato bene di invitare un nuovo acquisto; una sua amica (di nome fa Maela -credo-) che oltre ad incrementare di un buon 25 per cento il numero dei presenti si è dimostrata camminatrice entusiasta e preparata.
Panorama su Monte Serra e San Miniato
Panorama con ginestre
Essendo così pochi ecco che la scelta è stata facile e si è rivelata particolarmente azzeccata. Dunque: partenza da Cafaggio e poi, saliti a Cusignano abbiamo cominciato un lungo giro a semicerchio che ci ha portato a Collebrunacchi e quindi a Gello e da lì a San Quintino da dove siamo scesi fino a ritornare alle auto. Sempre di buon passo e sempre d'accordo sulla direzione da prendere non ci siamo nemmeno accorti che abbiamo camminato per 2 ore e 40! Ad un mio rapido calcolo effettuato con lo spannometro (ma poco lontano dal vero) è risultato che abbiamo fatto circa 13 chilometri (forse più che meno); una bella passeggiata e di una lunghezza che non si sperimentava da tempo, ormai. In definitiva abbiamo camminato dalle 8 e 10 alle 10 e 50 e non ce ne siamo nemmeno accorti (si fa per dire...). Bellissimi paesaggi con panorami su Meleto, su Barbialla, su San Miniato e sempre nella bellezza primaverile della natura, passando tra cespugli di profumatissime ginestre in fiore. Ho anche potuto notare che la chiesetta di Cusignano ha una vetrata rotonda che porta i simboli dei pellegrini della Francigena: la Palma e la Conchiglia: non l'avevo mai notato.
Il resoconto fotografico si può trovare al solito indirizzo di 4shared mentre qui allego tre piccole foto a ricordo dell'escursione.

R.M.

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USCITA del 22 Maggio 2011 (Domenica)

Francesca e il Panicacci verso Collegalli
Eccola qua, la prima domenica d'Estate! E come mai siamo solo in otto? Boh! Comunque quelli che ci sono, ci sono tutti. Facciamo l'appello: io (altrimenti non ci sarebbe nemmeno questa cronaca), e poi il Brotini, il Cerbioni, il Caciagli, Francesca e il Panicacci con il Barone. Manca a sorpresa il Chimenti: che si sia perso tra le macchie di mirto? All'ultimo momento si accoda anche il Brucini, in attesa di vederci sfilare con le auto davanti a casa sua. Nalla solita manfrina sul dove si va e dove non si va per questa volta la spunta il Brotini: "O perché non si lasciano le macchine a Fornacino e si sale su per la strada che va a Collegalli?" butta lì lui, con noncuranza. Beh, nessuno ha un'alternativa migliore (e nemmeno un'alternativa qualsiasi) e così tutti gli si dà retta. S'arriva a Fornacino, ridente località assai poco affollata sulla strada che dal Genovini sfreccia dritta come un righello verso Corazzano, e ci s'avvia per la stradina bianca, sulla sinistra.
Brotini, Caciagli e Cerbioni in vista di Collegalli
Cammina cammina, alla fine si incrocia una strada bianca anch'essa, ma larga e polverosa abbastanza. Sulla destra si sale verso la Croce e poi a Collegalli. All'inizio la salita pigia di brutto, ma poi, approfittando dell'ombra e della pendenza che si fa via via meno ripida, ecco che ci si abitua a quel camminare. A mezza strada il Brucini, spaventato dalla lunghezza del percorso, saluta tutti e torna indietro nonostante le insistenze del Barone, sicuro di trovare una scorciatoia da qualche parte.

Ginestre in fiore ai lati della strada
Noi si procede, indomiti. Passato Collegalli (a proposito: niente maiali nel recinto. Occheè successo?) si prosegue ancora fin quasi a Balconevisi dove, con provvidenziale deviazione a destra un'opportuna discesa ci fa calare in quattro e quattr'otto proprio davanti alle macchine in attesa a Fornacino. Durata escursione? 2 ore e venti. Kilometri? Più di 10; sicuramente.

Alla prossima.

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USCITA del 1 Maggio 2011 (Domenica e Festa del Lavoro)

Ovvìa, oggi siamo un discreto numero: otto! Sì, perché insieme al fedele cronista di queste zingarate in terra samminiatese (o giù di lì), ecco che all'appuntamento dell'ex-Liceo c'erano già, fermi ad aspettare, Cerbioni e Brotini (entrambi automuniti). Quando poi si sono materializzati il prof Caciagli e, con auto proveniente dal Basso, l'Ammannati e il  Panicacci, c'era da star certi che la penuria di camminatori registrata l'altra settimana era solo un ricordo. E mica è finita qui! Ecco (puntuale come un'allergìa primaverile) il Chimenti e, aggiunto all'ultimo momento, il Brucini; otto, insomma, cvd.

Giaggiolo viola
"E ora?" sorge spontanea nei presenti la domanda che prelude allo svelamento dell'itinerario maggiolaio. Qualcuno ha un'idea reazionaria: "Perché non si torna dove siamo andati (noi tre) l'altra domenica?". Ragazzi, nessuno s'oppone alla provocatoria idea e così, scarpon scarponi, lasciate le voitures al solito spiazzo moriolese (ché tanto s'abbisogna al nostro scopo) si rifà lo stesso percorso dell'altra domenica e cioèadire: strada di Bramasole e, presso Collebrunacchi: dietrofront! si torna alla auto con due brevi e velleitarie deviazioni (tanto per allungare il brodo). Oè; non vorrei esser frainteso: la passeggiata è stata gradevole, panoramica e confortata da notevoli digressioni (alle quali dettero minore o maggior apporto tutti i soci scarpinatori) vertenti su storia, natura e politica e arricchite da detti celebri, aforismi, sentenze, citazioni latine e dotte disquisizioni. Se si considera che c'era il sole, faceva calduccio e non tirava vento ecco che la giornata iniziò e finì con generale soddisfazione tanto è vero che in due orette tutto era finito.

NOTA: Essendo l'itinerario lo stesso di una settimana fa le foto a ricordo sono poche. Una però che merita è quella di un bellissimo giaggiolo viola che, in compagnia di molti suoi pari, trovammo presso Collebrunacchi e che qui, fotografatolo da vicino, fedelmente rappresentiamo.

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