dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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Quattro di noi

Il Prof. Caciagli, "Barone", Maresco Martini e Marino nel Luglio 2009

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USCITA del 25 Novembre 2012 (Domenica)

Bella giornata, mite. Partecipanti: Evelina, Ammannati, Brucini, Brotini, Cerbioni, Panicacci e il sottoscritto.
Panicacci e Cerbioni in cammino verso Balconevisi
Giro semplice: da Balconevisi a Collegalli e ritorno. Bella passeggiata, poco stancante e salutare.

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USCITA del 15 Ottobre 2012 (Domenica)

Nebbia nelle valli, al mattino
Verso Cigoli la nebbia si dossolve
La Compagnia in marcia verso Paesante...
Dopo qualche tempo che avevo disertato il solito appuntamento al Piazzale dell'ex-Liceo (per vari motivi: assenza, pigrizia, maltempo, poca voglia...) eccomi prontissimo a vedere chi altri, dei Compagni Buoni Camminatori, è lì presente. O bella! Inopinatamente siamo in molti: ben 9 ai quali si aggiungerà il Brucini. Ci sono, tra gli altri, la signora Adelina, il Caciagli, i due di San Miniato Basso e poi il Brotini, il Cerbioni, il Chimenti... insomma sono ben 10 persone (più un cane) quelle desiderose di scarpinare in questa non fredda mattinata d'autunno. Dove si va? La paura della "mòta" fa dire a molti: "A Cìgoli!" (vorrebbero evitare di infangarsi le scarpe, i pàvidi) e così sia.
Verso Molino d'Egola
Bella è bella ma che razza di pianta è?
Campo con covoni verso Molino d'Egola
Quindi a piedi dal Piazzale per la strada che porta a Cìgoli salvo prendere al balzo la proposta dell'Ammannati che pretende di deviare per Paesante; ok, troppo triste camminare sull'asfalto fino alla ridente frazione e poi tornarsene indietro, meglio qualche imprevisto. E così si scende fino a incontrare la strada che, a destra, porta a Molino d'Egola: per lì ci incamminiamo. Spunta un pò di solicchio; i campi sono splendidi, la nebbiolina. che ci aveva accolti al mattino, a poco a poco si alza. Noi si cammina volenterosi per la strada asfaltata ma pochissimo transitata e accogliamo di cuore, seppur con qualche esitazione del Chimenti, la provvida deviazione-scorciatoia che, sulla destra, ben prima di Molino, si inerpica su per lo sterro fino a depositarci proprio davanti alla porta di Cìgoli, dove sbuca.
Alla fine della salita che ci porta a Cigoli
Da qui, ricompattate alquanto le fila (il Caciagli e l'Adelina non le vedremo più tanto sono staccati) partiamo per San Miniato dove, dopo due ore e 20 minuti, stanchi dagli 11 chilometri percorsi ma appagati, alfine arriviamo.

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USCITA del 1 Maggio 2012 (Martedì, Festa Nazionale)

Non mi aspettavo di trovarne poi tanti, disposti alla camminata infrasettimanale, e infatti eccoci solo in 3 (tre!) all'appuntamento ex-liceale. Boh! Si vede che gli altri sono talmente appassionati del Lavoro che non vorrebbero a nessun costo privarsi del piacere di celebrare, dormendo, la loro benemerita passione.
Giancanio nella natura
Dunque, oltre a me, presenti, abili e arruolati ecco i due arcinemiciamici Alberto e Canio. La mattinata, dopo la pioggia notturna, promette bene e così partiamo per Corniano con la macchina di Giancanio (* vedi nota).
Lasciata l'auto su un lato della strada siamo quindi partiti verso Coiano dove siamo giunti alle ora 9 e 15.
La cagna Gilda, nostra compagna di escursione
Che si fa? Si prosegue, dice Alberto. Canio nicchia (il cielo, dopo il pallido sole mattutino, si oscura), ma io appoggio la proposta e così, democraticamente, la decisione dell'avanzata, passa a maggioranza (66 per cento).
Fiore azzurro
Si prosegue sulla strada asfaltata, poi ad un certo punto si entra nel bosco a sinistra e, costeggiando il bel paesino di Castelnuovo Valdelsa si inizia una larga e lunga digressione circolare che ci riporta (ma sono già le 10 e 30) sulla strada per Corniano. Io e Alberto siamo davanti, Giancanio ci segue a 100 metri di distanza, distolto dal conversar con noi, dalla premonizione di succulenti asparagi che, seppur celati nelle alte erbe delle prode, non possono sfuggir certo al cùpido sguardo indagatore elefantesco. Insomma, asparago qui, asparago là, il camminator-gastrònomo riempie sì, il capace sacchetto (da cui previdentemente mai si distacca) di esili e profumatissimi frutti (e cosa, se no?), ma viene distanziato da noi due che, poco propensi alle soste vegetal-alimentari, ma desiderosi piuttosto di giunger a casa prima del prossimo inevitabile diluvio, allunghiamo perentoriamente il passo. 
Papavero
Panorama su Castelnuovo
Morale: all'auto arriviamo diversi minuti prima di Canio. Lui non si vede. Cominciamo a preoccuparci e a tale scopo interroghiamo gli scarsi frequentatori di quelle zone. Alla fine un impolverato ciclista ci rassicura: "Giancanio? E' dietro. L'ho visto fermo a raccattar gli aspàragi!". E ora che si fa? Ci diciamo, muti, con gli sguardi incréduli. Beh, proseguiamo a piedi, è l'ovvia risposta. Alle 11 e 40 siamo a casa (ognuno nella sua). Telefona Giancanio dicendo che il suo ritardo era dovuto a una non meglio precisata "impellente e irrinunciabile necessità". Gli credo (del resto una tale "necessità" può esser anche il desiderio di farsi una frittata agli asparagi di campo), e subito, poiché è festa civile, civilmente lo perdono.

* La macchina di Giancanio: una di quelle auto chiamate in America One Way Car nel senso che, se ci si monta, si sa quando si parte ma non si sa quando (e se) si torna.

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(non)USCITA del 22 Aprile 2012

Sicuro di una giornata radiosa, tiepida e soleggiata sulla quale concordavano le unanimi previsioni di (nell'ordine): Televideo, "la Repubblica", la meteorina del TG4, il colonnello Giuliacci, Meteo-Channel, "La Previsione Scientifica" (rivista specializzata sulla materia), il rosso della sera del giorno prima e il giudizio di Gosto, ex-vinaio di Selvatelle (ora in pensione) che aveva sentenziato: "Domani 20 gradi garantiti", eccomi in piedi alle 7 e mezzo, pronto, dopo le solite incombenze mattutine (bagno, colazione ecc.ecc.) ad uscire per andare all'appuntamento dell'ex-Liceo. Mah.. occheè 'sto freddo? Occheè 'sto buio? Guardo dalla finestra, prima in alto: cielo scuro, scurissimo, poi in basso: piove, Governo Monti! O questa, poi? Le 7 e 40; le 7 e 50; le 7 e 55... piove sempre. Boh? Per scrupolo arrivo lo stesso al noto appuntamento ma, a parte una macchina col Brotini dentro, non c'è altro. Ci si guarda; si scuote la testa... Alle 8, come logico e comunque in ottemperanza alle norme sociali, non arrivando nessuno e piovendo sempre, io e il Brotini ci si saluta e si torna a casa. Sarà per un'altra volta. Ma le previsioni? Il sole, il caldo, la primavera insomma? Calma, calma, gente di poca fede! Basta aspettare: alle 10 non solo non piove più ma esce anche un timido sole. Ora capisco: al giorno d'oggi le previsioni meteo sono troppo tecniche, troppo scientifiche, insomma troppo avanzate. Avanzate al punto che hanno spostato in avanti, alle 7, il tempo che avrebbe fatto alle 10. Vabbé, non ci resta che abbozzare: non si può mica lamentare dei tecnici!

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USCITA del 25 Marzo 2012 (Domenica, San Lazzaro)

Il bivio da dove ha avuto inizio l'escursione
Le mucche guardano: la Compagnia passa.
In cammino
D'accordo che da stamani scatta l'ora legale e che si dorme un'ora di meno, ma la giornata tipicamente primaverile (cielo sereno, ventilazione assente, aria corroborante) è carica di promesse. Così dunque: bando alle consuete pigrizie domenicali! Lavarsi, vestirsi, andare in bagno, fare colazione (non necessariamente in quest'ordine) e soprattutto non perdere l'appuntamento! L'orologio mi atterrisce: sono le 6 e 50 quando esco di casa; ma poi mi ricordo che devo rimetterlo un'ora avanti e respiro: orario perfetto. Mentre mi dirigo al vecchio ex-Liceo incoccio il Chimenti; lo carico su e in un minuto eccoci al piazzale. Oltre a noi due, ai nastri di partenza c'è il Brotini, poi la nuova entrata Evelina, quindi arrivano l'Ammannati e il Panicacci e per penultimo il Caciagli. C'è anche tempo per il Brucini di aggregarsi alla nostra mitica Compagnia che, per questa volta, opta per un tipo di escursione un pò più impegnativa: "alle mucche, alle mucche!" ordina infatti il Brotini (stavolta tocca a lui decidere); "alle mucche!" replica il resto del gruppo, persuaso da tanta determinazione. 
Strano poggio con mucche
Strani calanchi verso Toiano
Panicacci e il Barone
La CDBC in cammino
Con quattro auto, passando da Corazzano, giungiamo quindi presso Collegalli dove parcheggiamo a stento nei pressi di un bivio che si prende a sinistra (vedi foto). In breve, ci troviamo su un ampio spiazzo che si apre su un notevole panorama; ci sono due sentieri, ma noi, decisi, optiamo per quello di destra. Beh, dopo un centinaio di metri sentiamo il Brotini che ci dice, mogio mogio: "Contr'ordine, compagni!" e poi, a bassa voce: "Di qua non si passa". Come? Non si passa? E chi ha l'ardire e in base a qual diritto di impedire che la rituale camminata domenicale si compia secondo il suo prefissato, naturale svolgimento? Ecco però il misfatto. Il nostro usuale sentiero è sbarrato da un robusto cancello di ferro reso più impenetrabile ai lati (solitamente agibili) da notevoli matasse di ferro spinato. Un cartello, avverte: "Attenzione! Animali al pascolo". E dovrebbe bastare così poco a distoglierci dal nostro proponimento? Ci si guarda con un espressione come a dire: "Embè?" Non ci si crede. Rileggiamo di nuovo: "Attenzione! ecc. ecc". E con questo l'anonimo scrittore di cartelli verrebbe che tornassimo indietro? Maccifàccialpiacère! "Si va avanti!" proclamo imperiosamente. "Avanti! Avanti!" gridano gli altri uniti in quel solidale entusiasmo interventista. Per passare, si passa. Basta sciogliere la cordicella che tiene chiuso il cancello e poi richiuderla dietro di noi. Si avanza, cauti, in territorio ostile. Che mai saranno questi animali al pascolo? Elefanti? Rinoceronti? Unicorni? E (soprattutto), quanti saranno? Saranno aggressivi? Ognuno elabora mentalmente la strategia migliore per affrontare l'eventuale attacco; la mia è già delineata: fuga. Scendendo nell'ampia valle, da dove si apre un panorama meraviglioso, scorgiamo alcune mucche che, sorprese dall'improvvisa comparsa del nostro gruppo, abbandonano il solito ruminìo e si soffermano ad osservarci come a dire: "O voi o che ci fate qua?". Beh, le mucche sembrano intenzionate a non darci problemi. Tenendole d'occhio con aria di sfida, compiamo lesti un ampio giro e poi una discesa polverosa che ci porta in fondo ad una valle dove passa una strada che porta, pare, alla Sughera. La percorriamo fino a quel punto dove una polla d'acqua gorgogliante fa dichiarare al Chimenti: "E queste sono le cosiddette caldane". Ci racconta che trattasi di sorgenti d'acqua solforosa (o ferrosa, chissà...) che sgorgano, calde, dalle viscere della terra. Evelina, credula come San Tommaso, scende a toccare quell'acqua. "E' bollente?" fa, sicuro di sé, Alberto. "Ghiaccia marmata" risponde seccamente la pragmatica esploratrice. Vuol dire che da ora ci riferiremo a quelle sorgenti come a "le freddane".
E' primavera!
Dopo qualche minuto si trova a sinistra il sentiero per la risalita. Lo affrontiamo con fiero cipiglio ma dopo venti minuti di salita ci siamo sgranati come il gruppone del Giro sullo Stelvio. L'ultima pettata ci schianta il fiato ma come Dio vuole, seppur ansimanti, siamo in cima, proprio su quel crinale che ha dato origine al lungo giro, ora concluso, iniziato un'ora e mezzo prima. Ci si guarda: io, il Brotini, l'Ammannati, il Brucini e il Panicacci. Gli altri non si vedono. Poiché siamo autosufficienti in quanto a mezzi di trasporto, ci avviamo verso le auto dove giungiamo alle 10 e 40 circa. Abbiamo camminato per 2 ore e un quarto; abbiamo percorso oltre 10 chilometri; una signora escursione! Domani la fatica si farà sentire ma per ora chi se ne frega: siamo soddisfatti.
R.M.
(NB: tutte le foto dell'escursione al solito indirizzo 4Shared identificate dal prefisso: BC 2012-03-25)


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USCITA del 11 Marzo 2012 (Domenica)

Caciagli, Chimenti e Panicacci entrano in Collegalli
Particolare della Villa di Collegalli
Villa di Collegalli (ingresso secondario)
Bellissima giornata di primavera piena. Si vedeva anche dalla partecipazione: ben 9 eravamo al classico appuntamento liceale. Io (ovviamente), poi il Cerbioni, Alberto Chimenti, il Brotini, Francesca, il Brucini, Barone, il Panicacci e il Caciagli. Senza pensarci neanche un pò la scelta dell'itinerario è caduta su Balconevisi. Partendo dalla piazza principale (beh, quella sola c'è...) siamo quindi partiti per, e giunti a, Collegalli e da lì ritorno. Nessuna variante, niente deviazioni, dritti come fusi, percorso liscio come l'olio. In due ore tutto era finito. Non restava che scrivere, ad imperituro ricordo dell'Azione, queste poche righe corredate da immagini adatte all'uopo (non fo per dire...).
Ad maiora...
R.M.

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USCITA del 19 Febbraio 2012 (Domenica)

Il Cerbioni con, sullo sfondo, l'umido panorama samminiatese.
Dopo alcune settimane di forzato riposo (ragazzi, il freddo di quest'ultime due settimane non si dimenticherà facilmente...) ecco che oggi, incuranti della fastidiosa leggera pioggerellina che, tanto per non perdere il vizio, Giove Pluvio (e Nevio) non ha mancato di propinarci, eravamo in 6 (sei) all'appuntamento di partenza. Io, il Cerbioni, Francesca, il Brucini, il Panicacci e il Barone insomma, non ci siamo fatti mancare l'opportunità, lasciate le auto dove erano, di una breve ma corroborante passeggiata sotto la pioggia (ma solo a sprazzi) fino a Cigoli e ritorno. La giornata grigia e umida non ha favorito le foto ma una comunque, specchio della situazione metereologica, merita pubblicarla anche per fornire testimonianza della nostra abnegazione ai pavidi coltronisti assenteisti (che sarebbero quelli che, impauriti dal tempo bislacco, hanno preferito restarsene al calduccio sotto le coperte).
Saluti!

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USCITA del 29 Gennaio 2012 (Domenica)

La chiesetta che si trova salendo a Casale
Pochi, s'era pochini, ma comunque cinque di noi si presentarono al classico appuntamento. Non faceva il freddo che si temeva e così si fu tutti d'accordo nell'andar a parcheggiare alla Borghigiana e da lì cominciare il noto itinerario che dirige verso Moriolo, volta a sinistra per salire verso Casale, devia per Cusignano, scende verso Cafaggio e quindi torna al punto di partenza per la strada del Volpaio.
Chi c'era? Oltre al sottoscritto c'era il Turi, il Caciagli, il Chimenti e il Brucini. Della piacevole passeggiata (due orette tranquille e senza rimarchevoli difficoltà) si ricorda una dotta citazione di Alberto sul modo giusto (nel senso di salubre) di andar di corpo (tratto da un manuale della Scuola Salernitana), che recita così:


"Defecatio matutina
bona tamquam medicina;
defecatio meridiana
neque bona neque sana;
defecatio vespertina
ducit hominem ad ruinam"


Ometto la facile traduzione latino-volgare confidando che i sani precetti chimentiani possano tornar utili nei momenti del bisogno.


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USCITA DEL 15 Gennaio 2012 (Domenica)

Partenza (nel gelo) dalla Casaccia
Freddo, strafreddo stamani al solito punto di ritrovo. Sì, d'accordo: la giornata era limpida, serena e senza nemmeno un'ombra di vento, ma il freddo era da lupi. Al punto che quando siamo giunti al nostro punto di partenza (la Casaccia) il termometro segnalava un inedito -7 (meno sette!). 
Pozzanghere ghiacciate
Francesca, Alberto e il Cerbioni davanti alla casa dell'Eremita
Dunque io, Alberto Chimenti, Francesca Brotini, il Cerbioni, il Brucini, il Panicacci e il Barone (sette, come i Magnifici Sette, i sette samurai, le sette sorelle o le stelle dell'Orsa Maggiore) stringendo i denti e tutto quanto potevamo stringere a difesa del freddo siberiano, ci siamo incamminati per la lunga strada pianeggiante che percorre Barbinaia. Dopo 45 minuti, pervenuti ad un quadrivio, i Sette sono rimasti in Quattro poiché il Brucini, il Barone ed il Panicacci hanno deciso di tornarsene per la stessa strada timorosi di farne una troppo lunga. Noi li abbiamo salutati e, forti del fatto che ormai, dopo quel notevole camminare, cominciavamo a scaldarci, abbiamo deciso di proseguire. In tale intento abbiamo preso la strada che, a sinistra, comincia a salire, prima dolcemente, e poi a strappi sempre più ripidi, verso il costone sovrastante la valle. 
Dopo la salita, quando siamo giunti nella radura dove si trovano i ruderi della casa abitata, un tempo, dal mitico Eremita, il freddo era solo un ricordo. 
Alberto esamina, perplesso, un ghiacciolo di forma antropomorfa
Un minuto di riposo (giusto per la foto ricordo) e poi ci siamo incamminati per la ridente località di Agliati dove siamo giunti dopo un'altra oretta di cammino. 
Da qui abbiamo completato l'anello scendendo poi di nuovo alla Casaccia a riprendere le auto e a concludere la bella escursione invernale.
Tempo impiegato: 2 ore e 25; Kilometri percorsi: 12. Mica pochi.

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