dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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L'ACCADEMIA DEL SEMOLINO - L'offerta

Si dice che al giorno d’oggi non ci sono più anime buone che si impegnano per il bene del prossimo: sbagliato.
A parte tutti quelli (e fortunatamente non sono pochi) che si danno da fare nelle varie associazioni di volontariato c’è un esercito di persone (giovani, perlopiù) che, nell’indifferenza della stragrande maggioranza della gente, dedica tempo e denaro (dato che sono la stessa cosa) per consentirci di avere più soldi da spendere e, in definitiva, pensano, per renderci la vita più felice.
Io da un po’ di tempo a questa parte ho trovato (e senza averle cercate) un sacco di persone che sembrano talmente  preoccupate per le mie finanze che si ingegnano (senza che abbia chiesto niente al riguardo) per permettermi di risparmiare un sacco di soldi.
Mi contattano, prevalentemente, via telefono e si tratta di persone così educate che, fra tutte le ore in cui potrebbero telefonare, scelgono quelle in cui sono piuttosto certe che io non mi trovi fuori casa, o in bagno o comunque in un luogo, atteggiamento o posizione tali che la loro premurosa chiamata, potrebbe disturbare. Considerano il mio ozio, sacro, ed è per questo che non mi telefonano mai quando sono in casa e non ho niente da fare. Telefonano all’ora di pranzo, mentre sono seduto a tavola. Quasi ogni giorno; anche ieri.
Deglutendo forzatamente la forchettata di pastasciutta mi alzo da tavola, prendo la cornetta e chiedo: “Chi parla?”
Dall’altra parte del telefono la voce dello sconosciuto filantropo mi rassicura:
“Buongiorno signore. Spero di non disturbarla (l’ho detto che sono gentilissimi). Sono Paolo, della ********. Parlo con il Signor ********?”
Voglio vederci chiaro, è meglio non scoprirsi, non si sa mai.
“Forse. Chissà. Lei che numero ha fatto?” interrogo. Quello (facendo finta di niente) non risponde e parte a razzo nella sua missione dedicata a proteggere le mie finanze.
“Signore, forse lei non sa che se passa a ****** può ottenere uno sconto del 20 per cento sulle chiamate verso fisso e del 50 per cento su quelle verso mobile. Inoltre se chiama nei giorni festivi potrà godere dello sconto del 70 per cento su tutti i  numeri della sua rete, così come nelle ore dalle 22 alle 6 del mattino dei giorni feriali.”
Io: silenzio. Quello riprende:
“Lei, signore, avrà diritto a 10 telefonate internazionali alla stessa tariffa delle nazionali e per ogni chiamata ricevuta sarà ricaricato di 5 centesimi. Questo vale anche per gli SMS in entrata; per quelli in uscita poi, lei potrà farne 300 alla settimana per i primi sei mesi al costo di 1 centesimo a messaggio e, dopo i sei mesi a solo 5 centesimi a messaggio”.
Io: silenzio. Non ci ho capito un tubo; verso la fine della sua telefonata non ho nemmeno ascoltato. In cucina sento mia moglie che avverte “La pasta si raffredda!”, in bocca ho ancora il gusto dell’ultimo boccone mezzo abortito. Della chiamata di Paolo mi restano impresse nella mente solo poche parole inquietanti: c’è, pare qualcuno che vuole “ricaricarmi”: ma come si pemette? E perché devo fare 300 messaggi alla settimana? E a chi, poi?.
Entro in scena, immemore e ingrato degli sforzi del samaritano sconosciuto, e lo apostrofo:
“Senta, Paolo, mi faccia capire. In poche parole mi dica: se aderisco alla sua offerta pagherò le telefonate più o meno di adesso?”
“Ma, signor ********, cosa dice? Di meno, molto di meno!”
Qui l’aspettavo. Parto a razzo:
“Ma a lei, scusi, chi l’ha detto che voglio risparmiare? Se proprio lo vuol sapere, caro Paolo, è da un po’ di tempo che mi accorgo con preoccupazione di spendere poco, specialmente per il telefono. Troppo poco. Infatti sto cercando il modo di spendere di più, anzi, di spendere tutto, tutto quello che guadagno e non ci riesco. Non voglio mettere niente da parte, voglio finire tutti i soldi che ho e, lei comprenderà perché aborro parole come: risparmio, offerta, sconto, saldo e tre per due. Speravo che, con la sua telefonata, lei volesse propormi il modo di spendere di più; ecco, cinque euro per ogni telefonata (anche quelle ricevute, ovviamente) mi potrebbero andar bene. Quanto agli sms mi sarei aspettato un’offerta del tipo, che so, un euro a parola. Mi scusi ma la sua società si preoccupa troppo di chi vuol risparmiare e niente di chi vuol scialacquare. Ma come fate a stare sul mercato?”.
Mentre riattaccavo ho sentito il “clak” del suo ricevitore: aveva riattaccato prima lui.

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USCITA del 26 Settembre 2010 (Domenica)

In una bellissima mattinata eccoci finalmente all'appuntamento domenicale in sei: il sottoscritto, Barone, Panicacci, Caciagli, Giancanio e Brucini.

Abbiamo optato per la solita e sempre appagante camminata sulla stradina che, tutta sul crinale, va da Balconevisi a Collegalli. Qualche pozzanghera (residuo della pioggia di venerdì) non ci ha certamente impressionati; l'aria fresca ci ha dato energia e l'atmosfera tersa ci ha permesso di godere dei fantastici panorami verso San Miniato (vedi foto qui accanto).
In due orette (scarse) abbiamo compiuto la nostra escursione e alle 10 eravamo già sulla via del ritorno, nemmeno stanchi ma soddisfatti per la bella camminata.
E ora speriamo di essere sempre di più a partire dalla prossima domenica!.

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Lettera aperta a tutti i compagni (del Buon Cammino, ovviamente)

Dopo aver dichiarato a destra e a manca che questa volta (dopo il forfait di domenica scorsa) non avrei mancato di presentarmi all’appuntamento delle 8, ecco che anche in questa occasione il sottoscritto se ne è rimasto (tormentato da atroci sensi di colpa) a letto.
C’è da dire che era piovuto tutto il pomeriggio del giorno prima e un po’ anche durante la nottata e così, confidando che la pioggia ormai non sarebbe cessata, ecco che mi ero costruito un alibi di ferro (credevo) per giustificare la mia assenza.
Purtroppo il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e così, è successo che domenica mattina la pioggia era, inopinatamente cessata ed un pallido solicchio faceva capolino tra le nubi oramai flebili e disinnescate.
Ahò, avevo ormai deciso di restarmene a letto e ,lì sono restato (a letto).
Chiedo venia e domenica prossima cercherò di non mancare anche se la tradizionale alzata di buon’ora (per essere puntuale all’appuntamento) mi accorgo con terrore che, con il passare del tempo mi resta sempre più indigesta. E comunque ci sono anche altre cose che non sponsorizzano la levataccia: sempre meno amici presenti; la perdurante assenza di alcuni personaggi carismatici (Mori, Maresco, Il Prepotente…); l’apertura della caccia che dà una pur minima apprensione (non sarebbe bello esser presi per fagiani; passi per piccioni…) e, ma questo è il meno, il tempo che non aiuta a prendere decisioni del tipo richiesto (alzarsi d’impeto, fare le richieste abluzioni, acconciarsi all’uopo ed uscire fischiettando presentandosi puntuali al solito Piazzale).
Mi scuso pertanto con tutti coloro che erano presenti all’appuntamento della scorsa domenica (saranno stati numerosissimi, suppongo) e mi riprometto di cercar di non mancare in futuro.

Saluti a tutti

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Chiedo scusa

Come un qualunque quaquaraqquà ("uomo di poco conto" secondo la parlata siculo-mafiosa), dopo aver tuonato contro i soliti assenti che avevano desertato gli appuntamenti domenicali all'ex-Liceo, ecco che il sottoscritto, colpito da insospettabile pigrizia lancinante e incurabile (almeno nell'ambito dell'ora susseguente all'attacco), domenica scorsa piuttosto che alzarsi ed andare a vedere se qualcuno degli amici aveva fatto la rimpatriata, se ne è rimasto a letto come un pensionato (e neanche novello) qualsiasi.
Chiedo perdono e venia: dalla prossima domenica ci sarò: parola di lupetto.

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NON USCITA del 5 SETTEMBRE 2010 (Domenica)

Questa volta, oltre a me, non c'era proprio nessuno, nel Piazzale del Liceo. Non un'anima, voglio dire.
Tristemente, dopo cinque minuti passati ad aspettare chi non sarebbe venuto, sono andato a fare una girata per conto mio.
Domanda: la Compagnia del Buon Cammino esiste ancora o è già defunta e fa parte del passato (come le care, buone, vecchie cose di un tempo che non c'è più)?.
Certo le assenze hanno influito parecchio ma, chiedo, perché lasciar perdere un'usanza che non può far altro che bene a chi la sperimenta?
Aspettiamo ancora due o tre settimane e poi non resterà che stendere un velo su una storia (non importante certo, ma divertente) che per venticinque anni ha segnato la domenica mattina dei suoi (una volta affezionati) componenti.
Coraggio, dunque!

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