dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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USCITA del 29 Agosto 2010 (Domenica)

Nonostante i miei accorati appelli, domenica 29 Agosto, alle ore 8, davanti all'ex-Liceo, c'ero solo io. Non vedendo nessuno stavo per andarmene quando, alle 8 e 1 (in ottemperanza alla sua celebre fama di non-puntualità) ecco Giancanio. "Si va?" dice lui; "Si va!" faccio io.
E così eccoci noi due soli a camminare per circa due ore dalle parti del moto-crossodromo. Giornata bellissima, temperatura ideale, chi non è venuto ha avuto torto: senz'altro meglio a scarpinare per le bellissime campagne e i boschi di Palaia che restare spaparazzati e annoiati sulla solita spiaggia del solito mare (con la solita sabbia, le solite radioline, i soliti venditori ambulanti...).
Ora vediamo un pò se la prossima domenica la Compagnia sarà un pò più numerosa; sarebbe un peccato (e un atto autolesionistico) lasciarla morire così.

R.M.

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L'Estate è finita!

Amici, compagni! (della celebre Compagnia, intendo dire);
L'Estate sta finendo e da Settembre se Dio vuole, di spiagge inquinate, di caro-ombrellone, di code in autostrada, di zanzare tigre, e di negozi chiusi non si sentirà parlare più.
Quindi: niente scuse!
Da Domenica tutti al solito appuntamento delle 8 al piazzale dell'ex-Liceo.
La Compagnia non è morta e cammina più che mai! (almeno spero).
R.M.

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L'ACCADEMIA DEL SEMOLINO - Considerazioni sulla pubblicità

La pubblicità, amici, ai miei tempi era una bellezza. La televisione non c'era e quindi non poteva farla, il cinema se ne teneva alla larga e i giornali la relegavano (piccola, poco invadente, timida ed educatissima) nelle ultime pagine dove, accanto agli annunci mortuari si potevano a volte leggere dei compìti trafiletti che tessevano le lodi della "Pasticca del Re Sole", del "Rabarbaro Zucca" o della "Diadermina". Tutto qui. 
E' vero che, in giro per la città, l'attenzione era catturata da certi manifesti che non potevi fare a meno di guardarli, ma si trattava di immagini radiose, ottimiste, calde e rassicuranti dove bellissime ragazze stile "Grandi Firme", indossavano sorridenti e con gaia spensieratezza certe calze di nylon (con la riga) noncuranti delle tempeste ormonali che potevano suscitare fra i disorientati adolescenti (quasi tutti magri, affamati e allupati come coyotes nelle calde notti dell'Arizona). L'artista per eccellenza, il maestro indiscusso dei cartelloni pubblicitari era Boccasile, un notevole pittore che dovrebbe essere rivalutato anche dal punto di vista artistico oltre che da quello del costume italico. Le sue mamme sorridenti spandevano nuvole profumate di "Borotalco" sulle chiappette rosa dei tesorucci loro, le sue donne lavoratrici erano chine sulle macchine da cucire "Singer" (senza dimenticare di sorridere allo spettatore) che con perizia guidavano a comporre sapienti ricami fatti-in-casa, e perfino il diavolo, che saltellava emettendo garrule fiamme dalla bocca nella reclame del "Thermogene", più che un terribile demonio, suscitava l'idea di un giullare un pò tòcco, un amico allegrone e svampito come il Burlamacco del Carnevale di Viareggio.
E oggi? Oggi, semplicemente, la pubblicità è tutto. Letteralmente. La pubblicità firma il nostro vestiario, invade e straripa dalla televisione, prende per sé circa due terzi delle pagine dei settimanali, infesta le pagine del web, si fa largo tra i messaggi e le conversazioni dei telefonini, determina i palinsensti degli eventi sportivi, sponsorizza opere pubbliche e manifestazioni artistiche e può contribuire a divulgare o ad affossare ogni scoperta che sia in qualche modo favorevole o contraria al prodotto che reclamizza.
Senza pubblicità (voglio dire: senza gli introiti della pubblicità) il mondo come lo conosciamo si fermerebbe. Punto e basta. C'è persino un trasmissione TV intitolata "Il Gran Galà della Pubblicità" dove si premiano i migliori spot (scelti dal pubblico al quale evidentemente piace farsi del male). La trasmissione dura tre ore e, ovviamente, è spesso interrotta (essendo un programma di grande richiamo) da spot pubblicitari che così si avvalgono, per propagandare i loro prodotti, del gradimento che il pubblico riserva ad altri spot, migliori dei loro (perché sono in concorso), e che spesso, sono loro concorrenti.
Inutile scagliarsi contro la pubblicità, quindi. Quello che occorre dire è però che bisogna saperla fare bene.
Un buon pubblicitario è colui che riesce a piazzare un prodotto a persone che non sanno assolutamente che cosa farsene o che lo disprezzano. E' successo, succede.
Leggete l'articolo del Biri che si trova cliccando qui, se non ci credete.

R.M.

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INTERMEZZO

In questo periodo di stanca anche la Compagnia stenta a ritrovarsi. Chi è in ferie, chi soffre il caldo, chi trova che conviene aspettare, fatto sta che al solito appuntamento della domenica mattina non c'è nessuno.
Penso che bisognerà aspettare dopo il 15 Agosto per ricomporre il gruppo. O no?
Io comunque, le mie solite vacanze in Sud Tyrol me lo sono fatte (ormai il toponimo deve essere quello originale tedesco; anche per legge) e chi volesse dare un'occhiata alle foto che ho scattato lassù, potrà senz'altro andare a visitare il mio blog
dove, verso la fine del primo post troverà i link per accedere agli album fotografici.
In attesa di rivederci presto, saluti a tutti i companeros!

R.M.

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