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Partenza (nel gelo) dalla Casaccia |
Freddo, strafreddo stamani al solito punto di ritrovo. Sì, d'accordo: la giornata era limpida, serena e senza nemmeno un'ombra di vento, ma il freddo era da lupi. Al punto che quando siamo giunti al nostro punto di partenza (la Casaccia) il termometro segnalava un inedito -7 (meno sette!).
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Pozzanghere ghiacciate |
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Francesca, Alberto e il Cerbioni davanti alla casa dell'Eremita |
Dunque io, Alberto Chimenti, Francesca Brotini, il Cerbioni, il Brucini, il Panicacci e il Barone (sette, come i Magnifici Sette, i sette samurai, le sette sorelle o le stelle dell'Orsa Maggiore) stringendo i denti e tutto quanto potevamo stringere a difesa del freddo siberiano, ci siamo incamminati per la lunga strada pianeggiante che percorre Barbinaia. Dopo 45 minuti, pervenuti ad un quadrivio, i Sette sono rimasti in Quattro poiché il Brucini, il Barone ed il Panicacci hanno deciso di tornarsene per la stessa strada timorosi di farne una troppo lunga. Noi li abbiamo salutati e, forti del fatto che ormai, dopo quel notevole camminare, cominciavamo a scaldarci, abbiamo deciso di proseguire. In tale intento abbiamo preso la strada che, a sinistra, comincia a salire, prima dolcemente, e poi a strappi sempre più ripidi, verso il costone sovrastante la valle.
Dopo la salita, quando siamo giunti nella radura dove si trovano i ruderi della casa abitata, un tempo, dal mitico Eremita, il freddo era solo un ricordo.
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Alberto esamina, perplesso, un ghiacciolo di forma antropomorfa |
Un minuto di riposo (giusto per la foto ricordo) e poi ci siamo incamminati per la ridente località di Agliati dove siamo giunti dopo un'altra oretta di cammino.
Da qui abbiamo completato l'anello scendendo poi di nuovo alla Casaccia a riprendere le auto e a concludere la bella escursione invernale.
Tempo impiegato: 2 ore e 25; Kilometri percorsi: 12. Mica pochi.
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