L'ACCADEMIA DEL SEMOLINO - Il condizionale
Come tutti sanno, saper usare a modo il condizionale ed il congiuntivo è indice sicuro di una buona conoscenza della lingua italiana.
“Verrei, se potessi” si dice, intendendo con ciò una volontà che potrà esercitarsi solo “a condizione” che un certo evento si verifichi.
“Non lo sposerebbe di certo, se lui non fosse così ricco” si suol dire della disincantata signorina che, più che alle ragioni del cuore, si lascia convincere dalle opportunità economiche offerte da un certo matrimonio.
Ma il modo condizionale viene assai utile anche quando si vuol dire e non dire, lanciare il sasso e ritirar la mano, fare una confidenza e smentirla subito dopo, svelare un segreto con l’aria innocente di chi riporta le confidenze di un altro, e così via. Va da sé che un modo verbale così disimpegnativo (perché deresponsabilizza chi se ne avvale) e prestigioso (perché conferisce al suo utilizzatore una pàtina di cultura a buon mercato) cade a pennello negli studi telegiornalistici delle reti televisive dove ormai l’informazione è principalmente gossip, riporto di dicerie più o meno verificate e previsioni che si dimostreranno sempre abbastanza inattendibili (se non strampalate).
Ecco quindi che, abituata ad comunicarci notizie da rotocalco che vengono sempre subito smentite, con l’aria di comunicarci un tragico scoop, (una rissa che finisce con un morto accoltellato) la pettinatissima giornalista RAI si azzarderà a comunicarci che “una violenta lite sarebbe scoppiata ieri notte all’uscita di un bar vicino a Pavia. La rissa, innescata probabilmente per futili motivi, avrebbe coinvolto due persone, tra le quali una potrebbe essere uno straniero dell’Europa Orientale. I due sarebbero presto scesi alle mani e, successivamente la lite sarebbe degenerata. I carabinieri, prontamente intervenuti avrebbero trovato il cadavere di un uomo, bianco, di età indefinita, riverso a terra in una pozza di sangue. Vicino a lui potrebbe essere stato trovato un coltello, pare a serramanico, che, secondo un funzionario dell’Arma, che ha preferito restare anonimo, non sarebbe incompatibile con la presumibile arma di quello che si prefigurerebbe come un possibile omicidio. Sembra che il corpo dell’uomo sia stato trasportato nella sala mortuaria del vicino ospedale; forse si potrebbe accedere ad una autopsia per accertare le possibili cause del suo decesso”. (E, in contemporanea con questa demenziale telecronaca scorrono le immagini in successione di: panoramica dall’alto della zona del delitto; foto dell’insegna di un bar; tre carabinieri che parlano; inquadratura dalla vita in giù di persone che camminano su un marciapiede; intervista ad un ragazzo, inquadrato di spalle che dice: “non ho visto niente”; auto che passano per una strada; una fettuccia bianca e rossa davanti ad una auto con scritto CARABINIERI; tre ragazze che camminano veloci, inquadrate rigorosamente di spalle; indicazione stradale con il nome del paese).
Evviva il condizionale!
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