dal Settembre 1982 sui sentieri della Toscana...

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USCITA del 17 Aprile 2011 (Domenica delle Palme)

Bella giornata: sole! Quanti siamo? 9! (Nove!).
In cammino da Casale a Cusignano
Contiamoci: io e altri otto tra i quali rifulge Alberto Chimenti (per via dell’argentea capigliatura). Ci sono anche (mi par di ricordare): Francesca Brotini (dopo lunga assenza), Barone Ammannati e Panicacci (from SMB), Prof Caciagli con bastone, Cerbioni, quel nostro amico con cane-Gèkke al seguito e, dopo due curve, Brucini automunìto.
Alla Borghigiana solito parcheggio presso i noci. E ora? Oicchessifà? Si va verso Casale.
E così ci arrampichiamo in ombra verso il pianeggiante crinale che occhieggia San Miniato (del quale ci delizia il notevole panorama seppur con torre di Duomo orrendamente fasciata da improvvida - ma utile, si spera - impalcatura verde).
Dopo due o tre bivi, in vista di Cusignano, ecco le prime défaillances: Gekke e padrone di Gekke accompagnati dal Cerbioni, decidono di lasciarci e tornarsene indrìo. Come unico commiato alla sconcertata Compagnia, l’addio del Morandi (vedi *).
L'insolita salita che sale a Marzana
Omaggio a Gékke (Jack)
Noi, ovvio, proseguiamo, e dopo alcune alterne ma facili digressioni fangopratesche, ci ritroviamo quatti quatti su quella strada che, scendendo dal colle appena traversato si dirige verso il Volpaio. Qui ci si accorge, sgomenti, che è troppo presto per tornarcene da dove siamo venuti. O allora? Allora, proprio dall’altra parte della strada che sale a Collebrunacchi si vede una viuzza, sia pure asfaltata, che andrebbe (si dice) a Marzana. Allora via! su per quella, salvo, (e ti pareva!) abbandonarla dopo una curva per sperimentare una salita tutta nuova tra ulivi freschi di potatura e viti ancora spoglie. Un pò di fiatone ma da lassù panorama notevole. Com’è, come non è, eccoci allora al Castello di Marzana dal quale in quattro salti in discesa si arriva alla stradina che, provenendo dal Convìo, ci riconduce, via Gargozzi ed in meno di due ore, alle auto, immobili alla Borghigiana in dolce attesa.
Anche per oggi (ed è Primavera!) è fatta.





(*) Addio del Morandi. Modo di dire per indicare qualcuno che lascia una compagnia senza sdilinquirsi in tanti saluti. Deriva da tale Geppo Morandi ondaiolo, che, nel bel mezzo ad una discussione tra amici tra le una e le due di notte, dopo essersene stato zitto ad ascoltare i discorsi degli altri per tutto il tempo, ad un tratto sbottò dicendo: “Bonanotte, schifi!”. E se ne andò senza profferir altra parola.

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