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Francesca e il Panicacci verso Collegalli |
Eccola qua, la prima domenica d'Estate! E come mai siamo solo in otto? Boh! Comunque quelli che ci sono, ci sono tutti. Facciamo l'appello: io (altrimenti non ci sarebbe nemmeno questa cronaca), e poi il Brotini, il Cerbioni, il Caciagli, Francesca e il Panicacci con il Barone. Manca a sorpresa il Chimenti: che si sia perso tra le macchie di mirto? All'ultimo momento si accoda anche il Brucini, in attesa di vederci sfilare con le auto davanti a casa sua. Nalla solita manfrina sul dove si va e dove non si va per questa volta la spunta il Brotini: "O perché non si lasciano le macchine a Fornacino e si sale su per la strada che va a Collegalli?" butta lì lui, con noncuranza. Beh, nessuno ha un'alternativa migliore (e nemmeno un'alternativa qualsiasi) e così tutti gli si dà retta. S'arriva a Fornacino, ridente località assai poco affollata sulla strada che dal Genovini sfreccia dritta come un righello verso Corazzano, e ci s'avvia per la stradina bianca, sulla sinistra.
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Brotini, Caciagli e Cerbioni in vista di Collegalli |
Cammina cammina, alla fine si incrocia una strada bianca anch'essa, ma larga e polverosa abbastanza. Sulla destra si sale verso la Croce e poi a Collegalli. All'inizio la salita pigia di brutto, ma poi, approfittando dell'ombra e della pendenza che si fa via via meno ripida, ecco che ci si abitua a quel camminare. A mezza strada il Brucini, spaventato dalla lunghezza del percorso, saluta tutti e torna indietro nonostante le insistenze del Barone, sicuro di trovare una scorciatoia da qualche parte.
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Ginestre in fiore ai lati della strada |
Noi si procede, indomiti. Passato Collegalli (a proposito: niente maiali nel recinto. Occheè successo?) si prosegue ancora fin quasi a Balconevisi dove, con provvidenziale deviazione a destra un'opportuna discesa ci fa calare in quattro e quattr'otto proprio davanti alle macchine in attesa a Fornacino. Durata escursione? 2 ore e venti. Kilometri? Più di 10; sicuramente.
Alla prossima.
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